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Da dove scaturì quel suono?

La pittura, nella sua applicazione quotidiana, diventa strumento di ricerca di un centro dell’essere e della bellezza, diventa un’attitudine conoscitiva attenta all’espressione tonale, timbrica, simbolica del colore, allo studio del segno e del gesto, delle luci e delle ombre, dell’illusionismo spazio-temporale. Come nell’accezione del termine greco téchne, che connota l’arte come maestria, perizia, quale insieme di norme di carattere sia mentale che manuale, il suo esercizio della pittura come copia di una copia, come specchio del Mondo, si fonda su una ricerca della perfezione attraverso la tradizione della velatura, di una stratificazione di segni risalenti all’origine.
Il legno, grande protagonista dissimulato della sua opera, dopo essere stato muro, diventa cielo stellato, pietra vissuta dagli agenti atmosferici, fossile millenario, nebulosa di particelle energetiche, mappa della fertilità, vortice cosmico, stele, obelisco, lama, terra, acqua, fuoco, lampo, aria.
Nel cuore del libro, costellato di fotografie a colori, interviene un ottavo di pagine in bianco e nero: sono il fermo-immagine fotografico di Delfina Camurati, intenta nel suo lavoro, e ripresa, nell’insieme e nei particolari, da Angelo Gualco, artista a sua volta, che ricompone, per frammenti, momenti, movimenti, il più rispondente e unitario dei ritratti.
La Mimesi, che presiede all’attività immaginativa di Delfina Camurati, viene restituita nell’opera come armonia di uno scenario naturale, come riconduzione del disordine del caos all’ordine del cosmo.
La sua Weltanschauung, che è la sua visione del mondo, frequentata da risonanze e consonanze sonore, ottiche, geometriche, planetarie, cosmologiche, oscilla tra creazione e illusione. Contemplando la sua opera, scaturita, a sua volta, dalla contemplazione del suo paesaggio mentale, si rileva in lei un’attitudine a immergersi profondamente nel mondo che ritrae, nella sua visione seconda delle cose, filtrata dai lunghi tempi di osservazione, meditazione e scoperta. Nella rappresentazione del movimento come mutamento, dell’apparenza come impermanenza, della forma come simbolo e metafora, del colore come emozione e vibrazione, si coglie, di Delfina Camurati, il percorso della sua ascesi.